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Royalty e marchio: usarli nella pianificazione fiscale per pagare meno tasse

Royalty e marchio: usarli nella pianificazione fiscale per pagare meno tasse

Quando nella confezione di un prodotto vedi questo simbolo ®, devi sapere che ti trovi di fronte ad un marchio registrato. I marchi possono essere definiti come tutte quelle creazioni che possono essere registrate quali segni distintivi presso la Camera di Commercio.

 

La registrazione del marchio può essere fatta per due diversi motivi:

  • se vuoi distinguere il tuo prodotto da un altro,

  • se vuoi utilizzarlo come strumento di pianificazione fiscale, così una parte del tuo reddito non viene tassata.

 

Marchio, royalties e pianificazione fiscale, di fatto, viaggiano di pari passo.

 

Infatti, il marchio, s'è registrato, può essere concesso ad altri per essere utilizzato. Se concedi l’utilizzo del marchio ad un soggetto terzo, che può essere la tua impresa, hai diritto alle c.d. royalties, ovvero quelle somme di denaro che si ottengono quando viene data la licenza di utilizzo del marchio ad un altro soggetto o società.

 

Questo significa che, l’imprenditore disinibito, se registra il marchio, può percepire il reddito dalla sua società, non solo come compenso amministratore, ma anche attraverso queste royalties.

 

Royalties marchi e pianificazione fiscale

 

Quello che molti non sanno è che in Italia questa tipologia di redditi sono parzialmente detassati rispetto ai normali redditi da lavoro autonomo o da lavoro dipendente.

Infatti la cessione a titolo oneroso di proprie creazioni è tassato solo ai fini IRPEF, ma non ai fini INPS, quindi su tali introiti non devono essere corrisposti contributi ai fini pensionistici.

 

Dal punto di vista fiscale, se la tua società eroga le royalties, le deduce integralmente abbassando il reddito e di conseguenza l’IRES al 24% da versare. Mentre tu che le ricevi inquadri quel denaro come reddito diverso, pagando solo l’IRPEF in base al suo scaglione.

 

Ma non finisce qua, perché sulle royalties erogate dalla società c’è già una ritenuta d’acconto alla fonte che costituisce un acconto per le tasse che tu dovrai pagare su quel corrispettivo, in fase di dichiarazione dei redditi.

Quindi, se il corrispettivo in royalties è pari a 15.000 Euro, tu andrai a pagare l’IRPEF solo su 12.000 Euro, poiché 3.000 sono già stati versati dalla società come ritenuta.

 

Sfruttarlo si, ma nel modo giusto

 

®

Infatti, se non viene sfruttato bene, il marchio, da vantaggio può trasformarsi in una vera tempesta che potrebbe costarti davvero molto caro.

 

Come nel caso di Dolce & Gabbana che sfruttarono il marchio veramente male, cedendo  i marchi D&G alla holding Lussemburghese per la cifra di 360.000.000€ su cui Dolce e Gabbana pagarono fino al 45% di imposte IRPEF.

 

O come il caso del famoso Gabibbo al centro di un contenzioso internazionale, finito persino in Cassazione, in materia di diritto d’autore. Parliamo di una vicenda risalente al lontano 2009 quando, Ralph Carey, creatore della mascotte dell’Università del Kentucky  “Big Red”, citava in giudizio Antonio Ricci per violazione dei propri diritti morali d’autore, con annesso risarcimento dei danni.

 

Se usato bene, può essere uno degli strumenti maggiormenti utilizzati per fare pianificazione fiscale. Purtroppo, però, la maggior parte dei professionisti non sono in grado di sfruttarlo al meglio perché non conoscono la materia.

 

Perché, ad esempio, il pagamento delle royalties a favore dei titolari di marchi può essere fatto entro una percentuale ben definita del fatturato. Oltre quella soglia, o comunque in generale, prima di adottare questa soluzione di pianificazione fiscale, è fondamentale farlo con le “opportune tutele”.

Devi stare molto attento, perché quando parlo di tutele, intendo dire utilizzare la giusta pezza d’appoggio, fiscalmente inattaccabile, che puoi trovare al segreto#58 del mio corso di Escapologia Fiscale.

 

Se vuoi saperne di più, devi approfondire! Scarica il corso da qui

 

 

 

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